| Allora, eccomi. In questi ultimi giorni, con una collega d'ufficio, ci siamo scambiate piccole mail sui nostri gusti letterari (e cinematografici, anche). Curioso, è una persona con cui non parlo molto di solito, ma ci siamo scoperte queste due passioni in comune e così è scattato. Comunque lunedì lei mi scrive la mattina dicendo: "Ma lo sai che oggi alle 18 al Circolo dei lettori c'è Sepulveda?". Il circolo dei lettori è aperto a tutti, è un posto di cui ho sentito spesso parlare senza esserci andata mai. Ho sobbalzato, devo dire, perchè amo Sepulveda da sempre e non solo i suoi libri, anche il suo modo di parlare, di raccontare. E poi appartiene a quell'America latina passata per le dittature di cui ho letto tanto e, insomma, è un mito per me.
Insomma, non sono stata sicura di poter andare, subito, anche perchè pensavo fosse piuttosto difficile riuscire ad entrare. Noi poi uscivamo alle 17.30, mettete 15 minuti per arrivare, certo non potevamo andare lì a prendere posto prima. Ad ogni modo abbiamo deciso di provare. Il posto nella sala dov'era lui non c'era, eravamo in una sala attigua collegata via video. Presentavano il suo ultimo libro, "Ultime notizie dal Sud", resoconto di un viaggio in Patagonia fatto nel 1996 con un amico fotografo argentino, anche lui presente. E ancora una volta non mi ha delusa. Ha raccontato di questo viaggio con tanta passione, tanta poesia e tanta nostalgia da commuovere. La Patagonia che hanno incontrato e che sta sparendo, i volti della gente, la vita che scorre lenta, i posti dove per settimane non passa nessuno. Sepulveda parla italiano piuttosto bene, il fotografo invece no, parlava in spagnolo, con quella meravigliosa calma che secondo me hanno soltanto i sudamericani, prendendosi il suo tempo, facendo le sue pause.
Alla fine, fugone dalla sala per precipitarsi nell'altra per le dediche sul libro di entrambi. Carini, disponibili, hanno avuto una parola per tutti. Sepulveda ha la faccia triste da sudamericano triste, ma poi si apre al sorriso o ride con il suo vocione profondo. Il fotografo è una persona deliziosa, che si fermava a parlare con tutti e l'avrebbe fatto anche più a lungo se ad un certo punto non avessero annunciato che entro 5 minuti entrambi dovevano andare via. Ma ce l'ho fatta. Ho fatto fare la dedica per mio fratello, sarà un piccolo (o grande) regalo di Natale, con firma e dedica non solo di Sepulveda, ma anche del fotografo sotto una delle foto contenute nel libro. Gliene ho sottoposte due, lui ha detto: "Che giorno è oggi? Lunedì? Allora questa, questa è lunedì. L'altra che hai scelto è venerdì". La seconda, il venerdì, era un treno che passava in un panorama brullo e stava quasi sparendo. Un venerdì, esattamente.
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